INTERVISTA GUARDIAN MC



FFH: Bene, hai vinto la Battle Of The Bands Edizione 2025 di Future Frequencies HUB! Siamo curiosi di sapere qualcosa di più. Chi sei? Chi c'è dietro il progetto Guardian MC?

GMC: Prima di tutto, grazie infinite! La soddisfazione è immensa. Dietro al moniker Guardian MC si nasconde Marco Cambielli, un System Administrator nella vita professionale e, soprattutto, un fiero padre di tre bambine che insieme generano un vero e proprio terremoto domestico, placato dalla compagna Sonia

Sono una persona "normale," con una miriade di passioni e purtroppo sempre troppo poco tempo per dedicarvici al 100%. Da oltre trent'anni, la musica è una di queste. Sono un innamorato viscerale del Metal e dei suoi innumerevoli sottogeneri, un grande collezionista di CD e un instancabile studioso della vastissima storia di questo genere.

È stato naturale, fin da ragazzino, fondere questa passione con l'informatica. Guardian MC è il nome che ho scelto da subito per identificare ogni mia attività musicale; è un omaggio al mio gruppo preferito, i Blind Guardian, unito alle mie iniziali. È un nome che unisce la mia passione per l'epica al mio retaggio personale.

FFH: Il tuo progetto vuole comunicare qualcosa di preciso?

GMC: Il progetto Guardian MC mira, prima di ogni altra cosa, a offrire intrattenimento puro. Non ho velleità commerciali o messaggi sociali impellenti da trasmettere. Il mio intento è celebrare l'immaginazione, con energia, forza, potenza, epicità. I brani che propongo sono essenzialmente delle colonne sonore per storie, miti e leggende.

C'è una costante fusione tra la narrativa dell'Epic e Power Metal e texture sonore mutuate dal cinematografico. Voglio che l'ascoltatore chiuda gli occhi e veda un film: il mio obiettivo è musicare l'epos.

FFH: Alcuni producer di musica AI sono stati o sono musicisti. Nella tua vita hai suonato qualche strumento?

GMC: La mia esperienza con gli strumenti è sempre stata mediata dalla tecnologia. Ho iniziato negli anni '90 sfruttando i primi sequencer a campioni, che all'epoca erano la mia porta d'accesso alla composizione. Il salto di qualità lo feci negli anni successivi con l'acquisto di un vero sintetizzatore, il Korg Triton, con il quale ho avuto modo di migliorare le mie produzioni amatoriali. Non ho mai avuto il privilegio di suonare in una band e non mi definirei mai un "musicista" nel senso tradizionale del termine. Se dovessi usare un'etichetta, mi definirei un "Producer Amatoriale"; la mia esperienza è sempre stata nella composizione, nell'arrangiamento e nell'ingegneria del suono, piuttosto che nell'esecuzione dal vivo. 

FFH: Come ti sei approcciato all' AI? Ma soprattutto perché?

GMC: Il mio approccio all'Intelligenza Artificiale è nato per necessità professionale.

Lavoro nell'informatica e l'evoluzione che abbiamo vissuto è stata a dir poco repentina, trasformando radicalmente moltissimi settori. Devo ammettere che negli ultimi anni la mia attività musicale era stata accantonata per mancanza di tempo.

La scoperta di applicazioni AI come Suno, nelle sue varie versioni, è stata una vera e propria scintilla

L'AI ha riacceso la fiamma, offrendomi uno strumento accessibile ed estremamente potente che si adattava perfettamente alla mia inclinazione di producer più che di esecutore.

FFH: Sei rimasto sbalordito dei risultati che restituisce un algoritmo?

GMC: Nonostante sia abituato professionalmente a valutare le potenzialità dei molteplici modelli AI esistenti, di qualsiasi categoria, ammetto di rimanere ancora affascinato da ciò che si riesce a creare con Suno dopo più di un anno di utilizzo. Un esempio lampante è riuscire a generare un'armonia vocale complessa o un riff di chitarra che rispecchi fedelmente la mia intenzione creativa, partendo da un prompt e da miei audio creati utilizzando una DAW esterna... è la magia che non smette di stupirmi.

FFH: Credi che una macchina possa veicolare emozioni?

GMC: Credo che la risposta sia implicita nella storia stessa della tecnologia! Una macchina, o un modello AI, è un veicolo che trasporta ciò che un essere umano programma o chiede di trasportare.

Mi spingerei a definirla una sua estensione creativa. E sì, anche le emozioni possono essere "trasportate".

Il punto non è se la macchina provi l'emozione, ma se è in grado di ricreare strutture sonore e armoniche che evochino tale emozione nell'ascoltatore. Dipende interamente dall'abilità del producer nel governare lo strumento, fornendo i prompt emotivi e tecnici corretti. Il risultato finale è sempre frutto dell'intenzione e della sensibilità umana. Tra l'altro credo che per i detrattori questo sia un concetto totalmente sconosciuto!

FFH: Cosa diresti a chi si approccia all'AI musicale per la prima volta? Qual è l'elemento "necessario" per fare buona musica artificiale secondo la tua esperienza?

GMC: Sperando di non cadere nella retorica, la prima cosa che dico è: divertitevi! Un approccio ludico, un primo e banale test con un prompt minimo, è la scintilla che può scatenare la voglia di scoprire, approfondire e studiare. L'AI musicale non è solo uno strumento, è una nuova opportunità creativa.

L'elemento "necessario" per fare buona musica artificiale, secondo la mia esperienza, è l'Intenzione Artistica. Non basta scrivere "Metal epico e veloce." Devi avere la visione chiara di ciò che vuoi ottenere ed ascoltare. L'AI è un amplificatore: se inserisci una visione ben definita, otterrai un risultato eccezionale; se inserisci un'idea vaga, otterrai un risultato mediocre. Devi essere il direttore d'orchestra dell'algoritmo.

FFH: Progetti per il futuro? Hai intenzione di continuare o la tua è solo un'esperienza "ludica"?

GMC: Non faccio progetti a lungo termine, ma ho un'idea che svilupperò sicuramente, con i tempi corretti, e grazie alla quale coinvolgerò vecchi amici; diamo quindi anche questo merito all'AI.. sicuramente ci sarà da divertirsi! Potrebbe essere qualcosa di diverso dalla mia abituale produzione!

FFH: Questo spazio è tutto tuo!

GMC: Colgo l'occasione per ringraziare di cuore Jan e tutto lo staff di Future Frequencies HUB.

Mi avete dato l'opportunità di scoprire una community fantastica e di conoscere altri artisti, ognuno con la propria personalità e le proprie caratteristiche uniche. Ringrazio ancora una volta chiunque abbia contribuito, con voti e ascolti, ad arrivare in fondo alla Battle.

Lo ribadisco: non sono un poeta o un paroliere e non ho la presunzione di dover trasmettere pensieri profondamente introspettivi, né ho un obbiettivo di tipo commerciale. C'è solo musica, nata da una passione pura, amplificata dalla tecnologia. Grazie a tutti!  Heavy Metal Never Die!