INTERVISTA: ILARIA ARGENTO


Continuano le interviste di Future frequencies Ai Music Fest, questa volta è il turno di Ilaria Argento che ha tanto da raccontare e tanto da raccontarsi. "Qualcosa di vero" è il suo brano in concorso.


HUB: Sei tra i primi 10 di 156 partecipanti al primo festival internazionale musicale AI. Come ti senti?

ILR: Emozionata e grata che la mia canzone sia stata selezionata tra le prime 10! E' una grande soddisfazione e un grande riconoscimento, comunque andrà da questo momento in poi il resto della gara.

HUB: Raccontaci un pò di te: chi si nasconde dietro la tua musica?

ILR: Io sono una donna transgender con molte sfaccettature. Lavoro come consulente e programmatrice. Mi piace occuparmi di tante cose diverse, ed ho tantissimi interessi e curiosità. Dalla spiritualità all'esoterismo, dalla letteratura e arte fantasy alla psicologia, dalla cucina all'astronomia e tanto altro ancora.
Nella vita avrei voluto fare la scrittrice. Da un anno ormai mi diverto tantissimo a creare musica IA, che pubblico su YouTube e sugli altri social.
Odio la competizione e amo la cooperazione. Sono una ribelle patologica: se c'è una maggioranza da una parte io prendo automaticamente le difese della minoranza, senza nemmeno accorgermene. Quando la minoranza diventa a sua volta maggioranza mi ritrovo a difendere l'ex-maggioranza che è diventata minoranza. Mi piacere rompere gli schemi e ispirare gli altri a cercare cambiamento, trasformazione e nuove vie per acquisire maggiore consapevolezza di se stessi.

HUB: La musica è sempre stata parte della tua vita? 

ILR: Fin da piccola ascoltavo tanta musica e ho iniziato presto ad apprezzare diverse generi. Ora ascolto (quasi) di tutto, basta che siano musiche e canzoni capaci di donarmi emozioni e di farmi volare con il cuore ed il pensiero. I miei gusti spaziano tantissimo, dal pop al rock anni 70-80, all'hard rock, al metal, al jazz e blues, all'ambient e chillout, alla musica celtica e nordica, e tanto altro ancora. Quando avevo 16 anni volevo a tutti i costi imparare a suonare il basso, così per (non coerenza) iniziai con la chitarra classica (da mancina e senza saperlo ho imparato tutto usando il manico a destra ma tenendo le corde montate per i destri, finché qualcuno non mi ha detto cosa stavo combinando e ho dovuto ricominciare daccapo!). Ho imparato il basso su canzoni rock e su polke, valzer e simili. Poi ho imparato un po' di pianoforte e tastiera per conto mio. Ma non ho mai suonato con altri o con un gruppo, e appena iniziata l'età del lavoro non ho più avuto il tempo di suonare.

HUB: Che emozioni provi quando ascolti una tua canzone finita, anche se generata dall’AI?

ILR: Sono sempre emozioni molto forti, perché questa modalità di creazione mi permette di dare un "vestito" ai miei testi che è davvero comparabile alla musica tradizionale e che è in grado di trascinarmi e di farmi vivere le emozioni che cerco di raccontare. Quando ho iniziato un anno fa sono rimasta sconvolta dai primi risultati, tanto da imbarcarmi subito in progetti di album che potessero trasmettere tramite l'emozione della musica l'interiorità e la realtà di noi persone transgender, cosa che difficilmente si riesce a raccontare in modo corretto e completo. Ho fatto due album su questo tema, e uno dei momenti più emozionanti è stato leggere il commento di una persona che dopo aver ascoltato una delle mie canzoni mi ha detto di aver cambiato completamente la sua idea sulle persone transgender, e che ora riusciva a capirle meglio.

HUB: Come è nato il brano che hai inviato per il festival?

ILR: Il brano è nato a metà 2023. Non pensavo che avrei mai fatto delle canzoni in italiano, perché ho sempre preferito la musica estera. Poi è scattato qualcosa e ne ho fatte 3, con voce maschile (che io non uso mai per le mie canzoni). Pensavo di tenerle solo per me, da ascoltare ogni tanto.
Quando è uscito il contest di Future Frequencies ho cercato di capire quale canzone avrei potuto candidare. Anche se internazionale, il contest mi sembrava molto indirizzato ad un pubblico italiano e quindi ho pensato che sarebbe stato carino partecipare con una canzone italiana, tanto per cambiare. Ho scelto questa canzone tra quelle che avevo, ma non mi andava di presentare qualcosa con un cantato maschile. Ho provato a rifarla con una voce femminile ed è uscita diversa, meno potente ma con suoni più puliti mantenendo comunque l'intensità emotiva del testo. A quel punto ho deciso che sarebbe stata una buona candidata e mi sono buttata.
Il brano non parla di una situazione in particolare. C'è dentro un po' del mio sentire e del mio vissuto, ma più in termini di emozioni che non di esperienze vere e proprie. Ogni volta che la riascolto è anche un invito che sento rivolto a me stessa, un invito a non disperare e a ricordare che il bene e l'amore possono anche sembrare essere tanto rari nel nostro mondo di oggi... ma da qualche parte sono ancora sicuramente presenti.

HUB: Hai un metodo particolare per lavorare con l'intelligenza artificiale musicale?

ILR: Certo, ho tutto un mio metodo. Probabilmente in buona parte è un metodo che condivido con tanti altri creators. Io metto molta attenzione ai testi, che creo sempre di mio pugno. Mi piace molto scrivere, anche se non ho mai avuto il tempo e l'occasione di trasformarlo in una professione. Mi piace anche scrivere poesie, e per me è stata una scoperta inaspettata vedere come mi riuscisse piacevole trasformare miei scritti e versi nei testi di una canzone.
Quello che faccio è ideare prima di tutto il concept della canzone, capire di cosa voglio parlare. Poi cerco di figurarmi le scene che voglio descrivere, o le emozioni. Se mi vengono in mente delle frasi le butto giù e cerco di capire se starebbero bene nei versi o nel chorus. E inizio a costruire il narrato tutto attorno, decidendo che tipo di mood voglio creare.
I primi tempo creavo pezzo per pezzo: verso 1 e 2, chorus e generavo. Poi se mi piaceva pensavo a come proseguire. Oggi invece preferisco ideare tutta la canzone subito a livello di testo. Inserisco nei versi elementi per guidare la IA nella espressività, dove farla più incisiva, dove farla più dolce e lenta. Poi inizio a generare, due, quattro, anche dieci o venti versioni diverse. Quando trovo quella che mi risuona giusta inizio a lavorarci. Ci sono dei casi fortunati, uno o due, in cui esce perfetta al primo colpo. In tutti gli altri prendo la parte che va bene, poi parto da quella per fare pezzo per pezzo la canzone intera. A volte mentre la creo mi trovo a cambiare parole e testi, per far fluire meglio il cantato o per integrarli con nuove idee che la musica mi ha suggerito.
Quando ho la canzone completa me la ascolto più volte, in giorni diversi, in cuffia e senza, in auto e sul pc. Se sento il mood giusto, o almeno sufficiente (non possono essere tutti capolavori) faccio le fasi finali di mastering e di sistemazione prima finalmente di pubblicarla.

HUB: C’è stato un momento in cui l’AI ti ha “sorpreso” artisticamente?

ILR: Ci sono stati molti momenti in cui mi sono sentita rapita dalle mie stesse creazioni. In cui il risultato risuonava talmente bene con il mio sentire da farmi chiudere gli occhi per il trasporto... a volte persino piangere. Questo è capitato soprattutto nelle mie opere blues, nelle quali sono libera di riversare l'espressività emotiva intensa senza temere di andare oltre quello che il genere musicale consentirebbe.
In generale ogni volta che la IA produce una canzone che per me è in grado di rivaleggiare con le produzioni musicali classiche, o quando riesce ad interpretare un mio testo in un modo splendido senza che io le abbia dato quelle indicazioni di esecuzione, resto assolutamente sorpresa e sbalordita dalla potenza di ciò che può fare oggi questo strumento per noi.

HUB: Come rispondi a chi dice che l’AI toglie autenticità alla musica?  

ILR: Trovo che sia sostanzialmente sbagliato, e ne può avere percezione chiunque abbia creato qualche canzone con la IA. La potenza che ha la IA nel "rimescolare" le produzioni musicali per produrne di nuove è paragonabile a ciò che facciamo noi umani ascoltando centinaia o migliaia di artisti e poi condensando in qualche modo queste ispirazioni quando creiamo la nuova musica. La IA probabilmente non avrà mai la vera creatività emotiva che ci permette di andare oltre. Probabilmente non sarà in grado di produrre da sola canzoni e musiche realmente nuove e completamente originali. Ma sa mettere insieme note e melodie, e la guida dell'essere umano più è specifica e più la tecnologia avanzerà, e più la IA diventerà una sorta di strano strumento musicale al servizio della creatività (testuale e non più manuale) di un essere umano.
Detto questo, ci sono da anni interi generi di musica moderna in cui gli artisti non toccano uno strumento ma creano canzoni attaccando tra loro riff e beats e loop già pronti o quasi... ma non ho mai sentito qualcuno andare ad accusare loro di non essere "autentici".

HUB: In queste domande abbiamo usato la parola artista...Ti reputi un' artista?

ILR: No, non mi reputo una artista. Al massimo mi reputo una songwriter. Anche con tutto ciò che ho detto a difesa della IA alla domanda precedente so bene che la voce nelle mie canzoni non è la mia, la chitarra non la suono io, e così via. Posso prendermi i meriti di artista per il testo che ho ideato, mentre per l'opera completa finale mi considero più una produttrice di musica. E' come se io ideassi la canzone e poi avessi a mia disposizione i musicisti che le danno vita: non l'ho suonata né cantata, ma ho guidato comunque io la sua creazione.
Questo mi rende una artista? In parte, forse. Per me un artista è colui o colei che tramite la propria opera sa trasmettere emozioni a chi la riceve. Spero che i miei testi riescano a farlo, e se ci riescono allora posso dire di aver almeno partecipato alla resa artistica della mia canzone.

HUB: Usa questo spazio dedicato come meglio credi!

ILR: Ringrazio i creatori di questo splendido contest per aver dato a me e agli altri partecipanti la possibilità di gareggiare e confrontarci con le nostre opere. E ringrazio i musicisti che hanno accettato di fare da giudici per una occasione che sicuramente ad oggi è controversa nell'opinione pubblica e nel settore musicale.
E infine vorrei salutare e ringraziare tutti coloro che vorranno divertirsi ascoltando le mie creazioni, e che vorranno provare loro stessi a mettersi in gioco per dare vita alle proprie melodie.


"QUALCOSA DI VERO"
(Lyrics: I. Argento - 2023)

 

Quante volte mi perdo a cercare
un frammento di luce tra ombre e menzogne.
Non c'è nulla in cui credere,
non c'è nulla per cui lottare.

Ma la mia anima non si fermerà,
il mio cuore non si arrenderà.
Continuo a sognare, continuo a sperare,
cerco un motivo per non mollare.

Oltre il velo cercherò
qualcosa di vero che potrò sognare.
Oltre il dolore troverò
qualcosa di vero per cui cantare.
Il tuo viso troverò
ed il tuo corpo da abbracciare,
qualcosa di vero da poter amare.

Quanti muri ho alzato attorno a me,
quanti abbracci ho lasciato andare.
Per paura di vedere,
per paura di amare...

Per te io toglierò
questa maschera di ombre e dolore.
Solo per te io cambierò
per potermi infine ritrovare.

Oltre il buio cercherò
qualcosa di vero da toccare.
Oltre le lacrime scoprirò
un sorriso sincero da ammirare.
Il tuo cuore troverò
e la tua anima da accarezzare,
qualcosa di vero in cui sperare.

Nel silenzio della notte
l'anima è nuda e non può scappare.
Oltre ogni inganno, oltre ciò che appare,
c'è qualcosa di vero,
qualcosa che puoi trovare...