
Scopriamo Thozu, dalle sue parole capiamo perché si reputa più un artigiano che un artista, e il testo i "Fratture" btrano in concorso a Future Frequencies Ai Music Fest.
HUB: Sei tra i primi 10 di 156 partecipanti al primo festival internazionale musicale AI. Come ti senti?
THZ: Vorrei essere modesto e dire che mi sono sentito sorpreso e incredulo, ma in realtà mi sono gongolato tronfio quando ho letto il mio nome nella lista dei finalisti.. già quando sono sono entrato nei top 30, figuriamoci nel gruppo dei 10! Ricevere l’approvazione nel giudizio di una giuria di esperti rappresenta sicuramente una notevole iniezione di autostima!
HUB: Raccontaci un pò di te: chi si nasconde dietro la tua musica?
THZ: Dietro la mia musica si nasconde un quasi cinquantenne curioso e innamorato: innamorato della propria donna, delle proprie figlie e sempre più della vita. Curioso di tutto: della conoscenza e della scienza, dei luoghi e delle esperienze.
Mi ritengo fortunato nel dire che nella vita sono stato molte cose: professionalmente ho un curriculum variegato che va dal portapizze al responsabile di una cooperativa, dal programmatore all’osteopata (mia attuale attività); dall’altra, oltre che ai numerosi anni di studio, mi sono sempre dedicato all’arte: dalla grafica alla scrittura, dal teatro alla fotografia e al video. Naturalmente amo cucinare e non disdegno ogni forma di creatività manuale dalla falegnameria all’uncinetto!
HUB: La musica è sempre stata parte della tua vita?
THZ: La musica per me erano i dischi in vinile che ascoltavo da bambino, era la radiolina che tenevo sotto il cuscino, le cassette che rubavo dall’enorme collezione di mio zio, il walkman per poterla avere sempre con me. Ho sognato guardando le stelle mentre mi perdevo nelle note dei primi album psichedelici dei Pink Floyd, ho pianto ascoltando le ballate di De Andrè, ho ballato fino allo sfinimento con la techno. La musica è sempre stata una colonna sonora della mia vita, ci ho anche provato a suonare e cantare, ma ho voluto risparmiare le orecchie degli amici!
HUB: Che emozioni provi quando ascolti una tua canzone finita, anche se generata dall’AI?
THZ: Sono molto critico con le mie creazioni, non mi fermo nelle modifiche e nelle rifiniture fino a che non ottengo il risultato voluto: emozionarmi! Non è raro che ascoltando un brano mi venga da piangere…
Scrivere una canzone per me vuol dire raccontare qualcosa che appartiene alla mia vita; e per poterlo fare devo prendere qual pezzo di vita tra le mani, guardarlo e riguardarlo fino a capirne il senso.
Scrivere una pezzo è un po’ la mia psicoterapia, e la canzone che ne esce è la mia terapeuta che mi da una risposta.
A volte mi piace ascoltarle facendo finta che le abbia scritte qualcun altro.. e mi piacciono ancora di più!
HUB: Come è nato il brano che hai inviato per il festival?
THZ: “Fratture” nasce durante la scrittura dei pezzi per il mio ultimo progetto. Quando scrivo non penso mai al singolo pezzo, ma considero l’album come un libro e i brani ne sono i capitoli. L’intenzione è quella di raccontare quelle che sono state nella mia vita le “rivoluzioni”, quei passaggi, quegli eventi che mi hanno portato ad essere l’io di oggi.
In questa canzone ho voluto raccontare forse uno dei momenti di cambiamento più importanti, quando ho voluto voltare radicalmente la direzione e gli obiettivi della mia vita.
E da quella necessità di cambiamento la consapevolezza che talvolta per poter cambiare davvero bisogna passare attraverso il dolore, e che questo deve avvenire in modo brusco e netto, senza attende comodamente che le cosa si aggiustino da sole, ma dobbiamo scegliere accettando il rischio e le conseguenze.
E la frattura della gamba c’è stata davvero, proprio in quel periodo!
HUB: Hai un metodo particolare per lavorare con l'intelligenza artificiale musicale?
THZ: Una volta pronto il testo inizia il momento dell’interazione con l’AI: comincia un botta e risposta tra il mio prompting e le sue proposte.. Mi piace sperimentare l’inserimento dei tag e la formattazione del testo per osservare il modo in cui reagisce. Mi piace giocarci un po’ per poi ritornare con qualche idea in più su come immagino il risultato finale. A questo punto posso innamorarmi già della prima o seconda, ma più probabilmente starò a produrre nuove versioni fino a che non sento che le parole vengono cantate con il sentimento che volevo.
Talvolta la sensazione è che si crei una sorta di “affinità” con l’AI perché sembra quasi che ti legga nel pensiero..
HUB: C’è stato un momento in cui l’AI ti ha “sorpreso” artisticamente?
THZ: Devo dire che l’AI mi ha stupito molto inizialmente, poi col passare del tempo lo considero sempre di più un potentissimo strumento dalle infinite possibilità che più che sorprendermi mi affascina per la velocissima evoluzione che sta avendo.
HUB: Come rispondi a chi dice che l’AI toglie autenticità alla musica?
THZ: Rispondo che l’autenticità della musica è stata tolta dal mercato musicale e non dallo strumento usato. L’autenticità si trova nelle emozioni che chi crea vuole trasmettere. Credo che la storia ci abbia dimostrato quante siano le paure e le diffidenze verso ogni nuova tecnica che è andata a rivoluzionare un’arte: quando è nata la fotografia i pittori avranno visto in questa macchina uno strumento malefico che avrebbe snaturato la loro opera… sappiamo com’è finita: la fotografia una nuova arte e la pittura ha potuto evolversi creando la meraviglia di impressionisti, cubisti, surrealisti etc etc..
HUB: In queste domande abbiamo usato la parola artista...Ti reputi un' artista?
THZ: Sinceramente mi piace molto di più definirmi un “artigiano” secondo il significato più antico della parola “arte”, cioè l’abilità nel creare. Ma credo anche che “artista” sia colui che è in grado di trasmettere in modo sincero e profondo le proprie emozioni, che sia in grado di suscitare stupore e ammirazione. Quindi saranno le mie canzoni a determinarlo e sarà chi le ascolta a consegnarmi o meno il titolo di artista.
HUB: Usa questo spazio dedicato come meglio credi!
THZ: Devo solo fare un ringraziamento: alla mia famiglia, a mia moglie e alle mie figlie, le più grandi fans e sostenitrici di questo mio progetto. Non c’è emozione e soddisfazione più grande che sentirle canticchiare le mie canzoni, sbirciare nel mio tablet e chiedere continuamente quando scriverò la prossima, quando mi chiedono con insistenza il significato dei testi o in macchina “papà, mettiamo il tuo disco?”.
Grazie perchè siete la mia forza e la mia ispirazione!
E un invito a tutti a perdersi, a stupirsi e a lasciarsi andare a tutto ciò che vi fa palpitare il cuore, a non avere pregiudizi, e a seguire sempre i propri sogni, anche quelli che sembrano irrealizzabili.
FRATTURE
(Lyrics: Thozu - 2025)
Lo sai, lo sai
Come linee di una crepa
Radici assetate
Che cercano un varco
Una strada
Che segna il percorso
Che traccia la rotta
Nel mare di dentro
Lo sai, lo sai
Ogni pezzo che perdo
Rinuncio al raccolto
Non semino vento
Osservo da fermo
Gli effetti del crollo
Al passo più lento
Attendo il ritorno…
Lo so, lo sento,
Questione di un attimo
Parole che segnano
Il rombante silenzio
Poi le storie finiscono,
E i destini si incontrano
Labbra tese si uniscono
A bottiglie che piangono
Tutti quanti lo sanno,
Tutti tacciono il vero
Il coraggio che manca
Al momento più nero
Cambiare, rifare,
Azzerare, fottuta paura
Nessun cambiamento
Se non c’è la frattura
Crick!
Crack!
Crock!
Aaaaaaaahhhhhhhhhh…