blAIde



Girando per la rete si trovano progetti interessanti, oggi è il momento di presentarvi "qualcosa" di diverso: blAIde

blAIde è un progetto musicale e visivo che fonde estetica cyberpunk e sonorità synthwave-rock. Nasce per dare vita a un artista enigmatico, oscuro e futuristico, che esplora i confini tra uomo e macchina.

Il personaggio non è stato generato da un prompt, ma è letteralmente un alter ego.
L'artista si è letteralmente vestito da blAIde (maschera, cappuccio, guanti e abbigliamento adatto) e ha lavorato sulle foto e poi ho ricostruito e standardizzato l’immagine tramite l'AI per renderla coerente, riconoscibile e sempre fedele alla sua identità visiva.


FFH: Chi c'è dietro blAlde? Raccontaci di te!

BLA: Dietro blAIde ci sono io, Riccardo Lipari, informatico e creativo. Uso il computer fin da bambino, quando alle elementari programmavo in Basic. All’epoca mi divertivo a fare dei disegni su fogli a quadretti per poi riportarli in Basic, inserendo le coordinate per ricrearli sullo schermo. Era il mio modo ingenuo ma appassionato di unire fantasia e tecnologia.

Parallelamente ho coltivato la mia passione per la musica. Iniziai a suonare a sei anni, quando mio padre regalò a mia madre una tastiera Yamaha PSR 500.
Da quel momento ho imparato a orecchio tutto ciò che lei suonava, scoprendo un amore per le tastiere, i synth e la composizione.

Negli anni ho continuato a sperimentare, componendo brani originali e unendo il mio lato tecnologico con quello musicale. Oggi con blAIde, ma con l'AI in generale, sperimento costantemente per fondere insieme le mie passioni per l’informatica, la musica e la creatività.

FFH: Noi di FFHUB siamo curiosi di sapere come ti sei approcciato a questa tecnologia, che cosa ti ha spinto a fare musica, creare un canale YouTube? Quali tecnologie utilizzi?

BLA: Come ormai avrete intuìto sono un vero nerd, appassionato di informatica, videogiochi e tecnologia praticamente da sempre sempre e mi sono avvicinato all’AI generativa ben prima che diventasse mainstream. L'ho praticamente vista nascere e in pochi anni è esplosa. Ma il suo vero potenziale deve ancora arrivare e non vedo già l'ora di metterci mano!

In origine blAIde era stato concepito come personaggio didattico per insegnare tutorial sull’AI su YouTube, ma la rapidissima evoluzione delle tecnologie e il poco tempo a disposizione rendevano impossibile mantenere un’identità coerente e pubblicare contenuti sempre aggiornati.
Per questo ho deciso di trasformarlo in un AI Artist, mantenendo la stessa caratterizzazione dark e cyberpunk, adattata però al contesto musicale che oggi rappresenta la mia visione creativa.

Oggi utilizzo principalmente Suno e Udio per la musica, integrandoli con FL Studio, tastiere e synth che suono personalmente, oltre a strumenti di post-produzione video e grafica basati su AI per mantenere un’estetica coerente. Spoiler: a breve Suno lancerà la propria DAW chiamata Suno Studio e blAIde non vede l'ora di dominarla con la usa oscura presenza!

FFH: Guardando i tuoi video abbiamo notato anche una cura particolare nell'immagine e in generale a nella comunicazione. Qual è il tuo scopo? Cosa vuoi comunicare?

BLA: blAIde non è solo un artista, ma un personaggio costruito con una precisa identità. È un leader oscuro e autoritario, ispirato a figure iconiche come Darth Vader, ma immaginato come un’AI senza volto e apparentemente senz’anima, proveniente da un futuro indefinito.

La sua missione è trasformare i brani del passato rimodellandoli a sua immagine e somiglianza, in un universo cyberpunk e synthwave. L’estetica, i movimenti lenti ma decisi, il suo tono teatrale e misterioso sono stati studiati per suscitare timore e attrazione allo stesso tempo.

Il mio scopo è creare curiosità e diffondere una nuova cultura artistica e musicale moderna, in cui l’AI diventa non un sostituto, ma un alleato creativo capace di dare nuova vita alla musica e alle idee.



FFH: A chi ti sei ispirato? Hai degli artisti di rifermento per la tua musica? Quali?

BLA: L’ispirazione principale dalla quale ho preso il nome è Blade Runner, con la colonna sonora di Vangelis, che ho sempre amato e le cui sonorità sintetiche rimangono per me una costante fonte di fascino. Per la colonna sonora di quel film furono usati strumenti iconici come il Yamaha CS-80, il Sequential Circuits Prophet-10, l’ARP 2600 e il Roland VP-330, macchine leggendarie che hanno contribuito a creare un sound unico e irripetibile.

Musicalmente sono molto legato ai pionieri dell’elettronica come Jean-Michel Jarre e Wendy Carlos, fino agli intramontabili Depeche Mode e alla forza concettuale dei Daft Punk.

Nel mio piccolo sono anche un felice possessore di un Alesis Andromeda A6, che custodisco gelosamente e che uso di tanto in tanto quando voglio assaporare i suoni corposi e caldi dell’analogico.

Allo stesso tempo porto dentro di me la mia passione per il rock, motivo per cui ho voluto che i primi brani di blAIde fossero arrangiamenti synthwave-rock di classici di grandi band come Guns N’ Roses, Nirvana, R.E.M. e molte altre.

FFH: Come metti in opera il tuo processo creativo? Hai step predefiniti o una sorta di ispirazione?

BLA: Il mio processo parte quasi sempre da un’immagine mentale o da un’atmosfera, per poi passare a improvvisare delle basi con tastiere e chitarra. Altre volte invece parto da un prompt per sperimentare, andando a modificare di volta in volta fino ad ottenere l'esatto risultato che avevo in mente. Altre volte invece è un mix delle due cose. L’AI entra in gioco come strumento creazione ma anche di potenziamento, prendendo ciò che creo, espandendolo e portandolo verso nuove direzioni.



FFH: Ti sei mai emozionato o sorpreso dai risultati ottenuti con l'intelligenza artificiale musicale?

BLA: Sì, assolutamente. Per me comporre musica significa esternare ciò che ho dentro, trasformando le emozioni in suoni. Ho sempre pensato che la musica sia in grado di trasmettere sensazioni che le parole non potranno mai esprimere. La musica parla al cuore, le parole alla mente e insieme creano un connubio di emozioni fortissime.

Al di fuori di blAIde, le mie composizioni sono quasi tutte strumentali, perché credo che sia la musica, senza parole, a trasmettere le emozioni più autentiche e profonde.
Non c’è bisogno di un testo per comprendere: basta ascoltare e lasciarsi trasportare.

Proprio per questo motivo non ho mai pubblicato nulla che non mi convincesse davvero o che non mi facesse emozionare per primo, perché la musica per me è intima, è una parte di me che decido di condividere. Se non emoziona me, non riuscirei a trasmettere nulla a nessun altro.
È anche il motivo per cui, come molti altri musicisti, ho lasciato tantissimi brani incompiuti. Semplicemente non sentivo che erano pronti o che riuscivano a comunicare quello che sentivo realmente.

Ed è qui che entra in gioco l’AI. Grazie all’intelligenza artificiale è possibile riesumare quei brani rimasti a metà, dare loro nuove forme e sonorità e scoprire che ciò che un tempo non mi emozionava, oggi invece riesce a colpirmi nel profondo.
Per questo dico che l’AI sorprende ed emoziona davvero un musicista, perché apre prospettive che non sarebbero mai emerse da sole, permettendo di salvare idee che altrimenti sarebbero morte per sempre in un cassetto o in un vecchio progetto di una DAW.

FFH: Intelligenza artificiale: valido aiutante o scarso sostituto? Perché?

BLA: Per me l’AI è un valido aiutante, non un sostituto. È simile al ruolo che da sempre hanno avuto i songwriter e i produttori nel mondo della musica: artisti che scrivono testi, compongono musiche o curano gli arrangiamenti, mentre i performer portano in scena i brani e si prendono la gloria.
Nessuno però ha mai detto che quei cantanti fossero “meno artisti”. Allo stesso modo, l’AI è come un songwriter digitale, dato che suggerisce melodie, armonie e atmosfere che l’artista può scegliere, modellare e trasformare secondo la propria visione. È vero, fino ad oggi quei collaboratori erano umani, ma la logica non cambia.
L’AI non ha un’anima, né una sensibilità propria, ha sempre bisogno di qualcuno che la guidi.
Quindi la differenza non è nel “chi” la dirige, ma nel “come” viene diretta.

E se ci pensiamo, questa dinamica è già normalissima nella musica. Moltissimi produttori utilizzano loop, sample e preset già pronti. La creatività non sta nell’aver inventato ogni singola nota da zero, ma nel modo in cui si rielabora, si trasforma e si dà un’identità unica a quei materiali.
L’AI funziona allo stesso modo, poiché fornisce la materia prima, ma è l’artista a darle senso, emozione e direzione.

FFH: Progetti per il futuro? Qual è il tuo obiettivo finale?

BLA: Dopo i miei arrangiamenti synthwave-rock, pubblicherò anche inediti interamente synthwave ed elettronici, realizzati con l’aiuto dell’AI e delle mie basi strumentali.
Non inseguo un obiettivo “grande” o commerciale. Lo faccio prima di tutto per divertirmi, per esprimere me stesso e per unire le mie due passioni, la musica e la tecnologia. Certo, non mi dispiacerebbe un giorno portare blAIde su un palco e vedere altre persone divertirsi con la mia musica. Penso che sia il sogno di ogni musicista, inutile negarlo!
Ma ad oggi, per me, è soprattutto un percorso creativo personale, un modo per dare forma alle mie idee e condividerle con chi ha voglia di ascoltarle. Anche se trovare qualcuno che si fermi davvero ad ascoltare, in un mondo sempre più frenetico, è già una sfida a sé. Ma questa è un’altra storia.

FFH: Siamo in chiusura: questo spazio è tuo! 

BLA: Per me blAIde, così come la mia musica, è soprattutto libertà. La libertà di creare senza pressioni, senza schemi e senza dover inseguire per forza un risultato commerciale.
Non so dove mi porterà questo percorso, ma so che continuerò a sperimentare e a divertirmi finché avrò qualcosa da raccontare.
E se anche solo una persona si riconosce in ciò che faccio e prova un’emozione nella mia musica, allora questo viaggio avrà già avuto senso.



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